(detto
il Giovane). Imperatore d'Oriente. Figlio di Arcadio e nipote di Teodosio
I, salì al trono nel 408 a soli sette anni, sotto la reggenza prima del
prefetto del pretorio Antemio e poi della sorella Pulcheria. Quest'ultima
mantenne poteri effettivi di governo anche dopo il raggiungimento della maggiore
età di
T., assumendo il titolo di augusta. Infatti, poiché
l'imperatore non dimostrava una particolare propensione per gli affari di Stato
e rappresentava più il necessario collegamento alla dinastia teodosiana
che una significativa figura di governo, il regno di
T. si
caratterizzò per la grande influenza che la corte, e in essa le donne di
famiglia, esercitarono nella conduzione dello Stato. L'influenza della sorella
venne sostituta nel tempo da quella della moglie Elia Eudocia, figlia di un
retore pagano di Atene, che, pur sinceramente convertita al Cristianesimo,
riuscì a promuovere un più tollerante atteggiamento culturale,
simbiosi di spiritualità cristiana e cultura classica. Sostenendo la
naturale propensione di
T. per lo studio, che gli procurò
l'epiteto di
calligraphus, Eudocia ne ispirò l'iniziativa di
riformare l'istruzione a Costantinopoli con la fondazione della scuola superiore
cristiana (425). L'imperatore era però animato anche da un sincero zelo
religioso, a causa del quale intraprese l'unica impresa bellica del suo regno:
non tollerando infatti le persecuzioni religiose inflitte dai Sasanidi ai
cristiani, iniziò una guerra contro la Persia (421) che, pur vittoriosa
nei suoi esordi, fu presto sospesa con la firma di una pace trentennale, per
consentire di inviare le truppe a fronteggiare sul Danubio le ripetute invasioni
degli Unni di Attila (422). I barbari non vennero tuttavia fermati con le armi
ma con un trattato (441) che cedeva loro territori al di qua della frontiera
fluviale. Grande attenzione fu dedicata da
T. alle dispute teologiche che
agitavano la Chiesa e che, contrapponendo i vescovi e le relative diocesi gli
uni alle altre, avevano anche pesanti ricadute di ordine pubblico. Coinvolto
negli scontri relativi alla questione monofisita (V.
MONOFISISMO),
T. parteggiò per questa dottrina, convocando
a Efeso un concilio (449) su cui esercitò una violenta ingerenza,
inviando addirittura armati delle truppe imperiali per obbligare i vescovi ad
accettare l'insegnamento monofisita (la tradizione ricordò poi l'evento
come il
latrocinio di Efeso, invalidandone i pronunciamenti).
L'opera più importante che si deve a
T., tuttavia, è il
celebre
codex theodosianus (V. TEODOSIANO,
CODICE), una compilazione di tutti le costituzioni e gli editti imperiali
emanati dall'epoca di Costantino in poi: tale raccolta esercitò un'enorme
influenza sulla legislazione e sulla giurisprudenza posteriore. Infine,
patrocinando il matrimonio tra sua figlia Eudossia e Valentiniano III, di cui
aveva difeso i diritti come imperatore di Occidente,
T. sembrò
ricostituire in unità le due metà dell'Impero. In realtà
proprio durante il suo regno si approfondì tra queste lo iato
istituzionale, culturale e anche linguistico: in Oriente prevalse il greco come
lingua ufficiale, mentre in Occidente continuò l'uso del latino
(401-450).